La possente verità si scontra con chi si allieta
dimentico del proprio dolore
giace nelle braccia del silenzio
e tocca il cielo,
urtato da colpi prepotenti.
Si specchia nella mente di un ricordo perduto,
insperato, sepolto.
Si dedica alla morte
o forse proprio per questo alla vita stessa.
Rosso e bianco,
acqua e sangue
si mischiano in quella tenebra lucente
e al suono
danzano, muovendosi nell’ombra
come una tremula candela
soffre in uno spazio chiuso e non può respirare.
Resta seduto e richiama
il senso del bene che ti pervade.
Ti rimane una piccola dose
di felicità rarefatta
in quella folle ricerca del giusto
che ti attanaglia.
Scopriti (bambino),
lascia scorrere il sangue e la nebbia
che ti sono compagni,
non trattenere le lacrime e le risate;
porta la mano all’orecchio
e ascolta la tua anima gemere,
copriti gli occhi e vedi la luce
serra la bocca
e dona parole di perdono.
Resta sospeso in questo momento di pace
e non lasciarlo andare.
Ritorna a casa,
quel luogo che ti salva,
puoi respirare.
Non temere il male,
sprona il tuo volere.
Resta impassibile a chi ti conduce
e dona il tuo sorriso.
Resta scalzo
e cammina sul giardino della mente,
ricorda i momenti
dimentica gli atti(mi).
Dove ti porta il tuo pensare,
se non sempre più lontano da te stesso,
fuori dalla pelle che ti contiene?
Sei turbata,
non puoi continuare a fingere
ti consumi nel pensiero e nella ragione
e non ascolti il cuore
diventando sempre più impalpabile
e invisibile ai tuoi stessi occhi.
Baciami, baciami ancora
non smettere di vivere
ricomincia ad accoglierti.
Resto immobile al desiderio più interiore
non varcare quella soglia,
potrebbe spaventarti ciò che c’è aldilà
o forse non te ne renderesti nemmeno conto.
Chi sbaglia sta vivendo ma chi vive continua a sbagliare
inesorabilmente
o forse per l’ultima volta.